Comunicato stampa e intervista TOMMY EMMANUEL

Il Rossetti ®C Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Veneto Jazz

con la collaborazione di Casa della Musica di Trieste e Fvg Festival
presentano:

Il due volte candidato ai Grammy, Tommy Emmanuel è uno deimigliori  chitarristi acustici al mondo.

Il suo album “The Mystery” (http://bit.ly/VSwM0o) gli valse un’altra nomination ai Grammy, e nel 2008 Guitar Player Magazine e Acoustic Guitar Magazine lo ha nominato come miglior chitarrista acustico e la medaglia d’oro nei Readers ‘Choice and Players’ Choice Awards. Awards 2010 Readers Choice Guitar Player lo ha nominato Miglior Chitarrista acustico per la seconda volta! 

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TOMMY EMMANUEL

in concerto a TRIESTE 

Venerdì 02 maggio 2014, alle ore 21
presso Il Rossetti ®C Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali

 

Nato in una famiglia di musicisti, Tommy ha ottenuto la sua prima chitarra all’età di 4 anni ed ha imparato a suonare dalla madre. Ha imparato rapidamente ad orecchio, senza alcuna istruzione formale. All’età di 6 anni stava già lavorando come musicista professionista nella band di famiglia (in varie formazioni The Emmanuel Quartet, The Midget Surfaries e The Trailblazers). Dall’età di 10, il giovane Tommy si era già fatto conoscere in Australia.

Chet Atkins onorò Tommy con il titolo di “Certified Guitar Player” per il suo contributo come chitarrista alla musica, una distinzione molto rara condivisa solo da altre quattro persone nel mondo. Dopo una straordinaria performance con il fratello Phil alla Cerimonia per la chiusura delle  Olimpiadi di Sydney, il mondo voleva sapere chi era questo virtuoso chitarrista. Nel 2001, Tommy ha pubblicato il suo primo album da solista in acustico (http://bit.ly/17FQnNA). Ben presto la sua popolarità è cresciuta a passi da gigante aiutata dal suo tour non-stop in giro per il mondo.

Il suo album “The Mystery” (http://bit.ly/VSwM0o) gli valse un’altra nomination ai Grammy, e nel 2008 Guitar Player Magazine e Acoustic Guitar Magazine lo ha nominato come miglior chitarrista acustico e la medaglia d’oro nei Readers ‘Choice and Players’ Choice Awards. Awards 2010 Readers Choice Guitar Player lo ha nominato Miglior Chitarrista acustico per la seconda volta!

All’inizio di quest’anno, Tommy ha pubblicato “The Colonel and the Governor”, un album jazz registrato in duetto con l’altrettanto talentuoso Martin Taylor  http://bit.ly/Ylaqr8.

L’ultimo album di Tommy è l’attesissimo CD/DVD combo live, “Tommy Emmanuel cgp: Live and Solo in Pensacola, Florida”, registrato dal vivo nel primi mesi del 2013 in Florida. Questo CD/DVD include successi vecchie e nuovi.

Suonare dal vivo per i suoi fan è estremamente importante per Tommy: egli lo ha dimostrato esibendosi in più di 300 concerti ogni anno negli ultimi sette anni! I suoi spettacoli dal vivo sono noti per il suo umorismo, per la sua passione e gioia contagiosa.

 

 

INTERVISTA ESCLUSIVA CON TOMMY EMMANUEL 

R. P. Cosa ascolteremo nel concerto di Trieste? Suonerai dei pezzi dall’ultimo “The Colonel and the Governor” oppure pezzi riarrangiati, oppure pezzi vecchi?

 

T. E. A dire il vero nello spettacolo ci sono pezzi da tutti i miei dischi ma anche molti pezzi nuovi. Suono ancora roba dai miei primi dischi, ma all’inizio dello spettacolo suono un sacco di pezzi nuovi e poi – ti dirò – c’è tanta improvvisazione, cose come “Guitar boogie” e roba del genere – hai presente? Cerco solo di divertirmi e – beh – di lasciare che i pezzi se ne volino via, direi: questa è una grossa parte dello spettacolo.

 

R. P. E come trasformi i pezzi più complessi che sono stati scritti per due chitarre, da “The Colonel and the Governor”?

 

T. E. Ecco, non suonerò roba da “The Colonel and the Governor”, quello che ho fatto con Martin Taylor. Ci sono un paio di pezzi che suono da solo, ma nella gran parte sono pezzi miei.

“The Colonel and the Governor” è stato un progetto molto speciale che ho fatto con l’amico Martin Taylor e all’inizio dell’anno abbiamo finito una lunga serie di concerti per promuovere il disco. Quindi per me adesso questo è un . . . torno a suonare da solo. Per la verità c’è un giovane cantautore australiano in tour con me, si chiama Anthony Snape e suonerà nella prima parte dello spettacolo; volevo che il pubblico italiano lo sentisse perchè è eccellente. E proveniamo dalla stessa città australiana.

 

R. P. Bene. Passerei a qualcosa di molto diverso: la tua abitudine di provare ed esercitarti e studiare in continuazione è leggendaria; durante un tuo concerto mi ha colpito la tua spiegazione del fingerpicking: “Fate così con il pollice e quando questo comincia ad andare da solo – dopo due o tre mesi – passate alle altre dita”.

Come vedi questo tuo modo di fare: studiare, studiare e ancora studiare?

 

T. E. Mah, penso sia così per tutto: se vuoi essere bravo devi continuare a lavoraci su. Non mi viene mai da dire: “Bene, ormai sono abbastanza bravo e posso anche finirla di esercitarmi”. Ti dirò: non potrei mai pensarla così. Sono sempre affamato di miglioramenti e di sapere di più su quello che faccio. Ecco perchè quando suono con altri come Martin Taylor or Frank Vignola or John Jorgenson, gente come questa che è davvero brava, il mio modo di suonare migliora, perchè mi spinge a suonare in stili differenti e così quando ritorno a suonare da solo cerco sempre di essere migliore e innovativo. Allora, ho appena finito un lungo tour e sono in una buona condizione dal punto di vista tecnico, fisicamente mi sento bene e pronto a dare il meglio di me sul palcoscenico e quando arrivo in Italia questo è quello che voglio fare: voglio proprio cercare di dare al pubblico il massimo.

 

R. P. Però questo è interessante ed è un grande messaggio da passare alle generazioni più giovani: che “Per arrivare ad un risultato c’è molto da lavorare”. Non è qualcosa che si sente spesso, ma a mio avvio è un messaggio importante.

 

T. E. Assolutamente e ti ringrazio d’averlo detto. E’ una situazione della quale posso parlare per esperienza, perchè vivo nel mondo reale e il mondo reale è così: sta a te cercar di ottenere le cose. Devi alzarti e lavorare. Non aspettarti che le cose ti vengano servite su un piatto d’argento: la vita non funziona così. Questo è un problema con questa generazione e anche per l’attenzione dei media che vengon fuori con queste trasmissioni come “X-factor” e roba del genere. Questa non è la realtà. La realtà è dobbiamo sbarcare il lunario, far fronte ai bisogni della nostra famiglia, dobbiamo essere attivi, questa è la realtà. Qualche giorno fa ho incontrato Dodi Battaglia dei Pooh, Dodi è un amico ma anche uno che ha avuto un successo incredibile e funziona ancora tutto nello stesso modo: cerca sempre di trovare il modo per migliorare quello che fa ed è per questo che Dodi Battaglia ha un tale successo. E nessuno arriva facilmente; tutto è difficile e non devi mollare.

 

R. P. Davvero; era quello che stavo pensando e ti ringrazio per il messaggio. Passiamo a qualcos’altro: ho trovato in rete una frase che ti viene attribuita: “I soldi nutrono la famiglia e i riconoscimenti nutrono l’anima”. Mi sembra bella: l’hai detto davvero?

 

T. E. E’ importante essere riconosciuti per i propri sforzi, ma non è tutto. Credo fosse un commento a qualcuno che mi chiedeva come ci si sente a vincere tutti quei premi eccetera eccetera. E io ho risposto: “Ti dirò, i premi sono una bella cosa ed è una bella cosa essere stimati, ma questo non dà da mangiare alla famiglia”. Quello che dà da mangiare alla famiglia è il lavoro, che dà loro una casa, un’educazione, dei vestiti e così via. Contestualizzando quello che ho detto: i premi ed i riconoscimenti sono una gran bella cosa e mi piacciono ma non danno da mangiare. Quello che ci dà da mangiare è il lavoro.

 

R. P. Allo stesso tempo è importante trovare un equilibrio tra questi due aspetti, no?

 

T. E. Certo, certo. E più divento vecchio, più raggiungo un equilibrio, che secondo me è una cosa stupenda. Anche i miei bambini stanno crescendo e questo crea delle dinamiche differenti: quest’anno la mia figlia più grande si sposa e quella più piccola è al terzo anno di liceo, quindi capisci che i miei bambini non sono più dei bambini, sono degli adulti. Sono delle dinamiche differenti. E ho anche un’idea che quasi quasi potrei lasciare l’America e tornare in Inghilterra e piazzarmi di nuovo in Europa adesso che ho fatto tanto in America e che ho ottenuto molto. Sento di voler lavorare di più in Europa.

 

R. P. Allora avremo più possibilità di vederti.

 

T. E. Lo spero.

Probabilmente lo saprai, l’avrai letto da qualche parte, ma la verità è che quando sono venuto in Europa non mi conosceva nessuno ed è stato l’affetto e l’aiuto degli italiani e dei tedeschi che mi ha fatto andare avanti e ho iniziato davvero nel piccolo, suonando nei negozi di dischi, suonando nei piccoli club, nei festival di chitarra e costruendomi un pubblico, pian piano. Allora è una cosa bellissima quando sento di avere della gente che mi segue fedelmente in Italia e in Germania e così c’è ancora molto da fare.

 

R. P. Già, però ti posso assicurare che la gente è davvero contenta, si diverte ed è proprio un bello spettacolo.

 

T. E. Grazie.

 

R. P. Grazie per il tuo tempo.

 

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intervista realizzata da Ruggero Prazio per VenetoJazz & Trieste is Rock

martedì 22 aprile 2014

 

 

 

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