Silenzio…parla Pino!!

 

Intervista a Pino Scotto prima del concerto a Trieste!!

venerdì 28 gennaio 2010

 

Tu mi dicevi che volevi fare buona parte del concerto con Buena suerte: come ti sembra che stia andando ‘sto disco, hai abbastanza soddisfazioni?

 Sta andando molto bene; non ho venduto un cazzo, perchè siamo a 4000 appena, però è una buona cifra, per quello che si vende. Solo che se ne so’ scaricati 35000 su internet. Sai che si può andare a vedere, no, quanti se ne scaricano? Fino adesso non siamo andati su tutti i siti, però fino adesso a 35 ci siamo arrivati. Ma a me sinceramente non è che m’interessa tanto, no, perchè poi i ragazzi vengono ai concerti dopo, no? La cosa che mi fa incazzare è che con 35 mila io avevo preso due dischi d’oro, con quello che vendo. E la gente, la massa ignorante che mi avrebbe visto in classifica, hai capito, si sarebbe accorta che oltre a Pino Scotto in questo paese ce ne sono a migliaia di gente che fa grande musica, hai capito.

E invece purtroppo se tu vai in classifica vediamo solo Marco Mengoni, la Carta, lì, quella con cui ci puliamo il culo, la Pausini, Vasco Rossi, Ligabue che ci hanno rotto i coglioni con le loro stronzate da vent’anni, prendendo per il culo i fans perchè non c’hanno neanche i coglioni per dire a ‘sti ragazzini che gli stanno fottendo la vita, hai capito. Continuano a cantare e non si capisce un cazzo di quello che dicono, hai capito.

Ma poi, dai, ho letto un’intervista di Vasco Rossi un po’ di tempo fa; lui c’ha uno yacht a San Remo, ma uno yacht di quelli . . . capito. Gli hanno chiesto se gli piaceva il mare e lui ha detto “No, a me il mare non mi piace”. E quello gli ha chiesto: “Allora che cazzo c’aveva a fare ‘sto yacht” e lui ha risposto, pensa che risposta, eh: “Io devo sapere che se mi viene voglia, io ce l’ho”: ma non ti vergogni, non hai un po’ di vergogna, no? E io a Vasco sai cosa gli direi? “Vasco, ti regalo io la benzina: datti fuoco! Fatti un favore, va. E tutti i tuoi miliardi ficcateli su per il culo”.

Ritornando sulla musica, qui ci si ricorda ancora del tuo intervento a Udine nel maggio dell’altr’anno al concerto degli AC/DC e della mano che avevi dato alle Vibrazioni. Che ricordi hai di questo concerto?

Mah, il ricordo non è bello, il ricordo che ho, perchè a me vedere questi comportamenti proprio non mi piace, perchè per me una band che comunque ha fatto e fa e continua, bisogna rispettarla. Poi, non mi piace: sono cazzi miei, hai capito, ma non mi metto a tirare sassi, bottiglie, gente davanti al palco che li aspettava col culo fuori, cioè delle cose veramente non belle, secondo me. Basta ignorare certe volte: non ti piacciono? Non li ascolti, hai capito. Ti vai a bere una birra.Però io glielo avevo detto, sia a loro che alla Barley. Glielo avevo detto: “Guarda, state andando al massacro”. E poi, prima di uscire, siccome avevo già visto tutto l’andazzo, prima di uscire, gli ho detto “Ragazzi . . . ”, gli ho detto un’altra volta alla Barley “Fammi uscire subito coi ragazzi”. “No, no, no, tu esci dopo il terzo pezzo”. Ho detto, va beh, fate un po’ come cazzo vi pare, ed effettivamente s‘è visto cosa è successo.

Parlando dei concerti di oggi, so che ti trovi molto bene con Steve Volta: come vi siete conosciuti?

 Mah, con Steve ci siamo conosciuti perchè purtroppo il mio chitarrista, quello per cui poi ho creato i Fire Trails, perchè io già avevo la mia carriera solista . . . ho conosciuto questa persona stupenda che secondo me è uno dei più grandi chitarristi che ci sono, ma non solo in Italia, che si chiama Steve Angarthal, che è il chitarrista che faceva parte dei Fire Trails, che purtroppo ha avuto una bambina, ha trovato la donna, va beh, sai che poi le donne come sono: nella vita ci vuole anche fortuna. Però più che altro perchè gli è nata la bambina e aveva abbandonato i Fire Trails ai tempi, in pieno tour e io avevo provinato dei chitarristi e l’unico che lo poteva sostituire, perchè tecnicamente, cioè, Steve Volta è uno molto tecnico, anche lui, no, che studia tanto, sai le solite cagate e l’ho conosciuto lì: ha sostituito Steve Angarthal nei Fire Trails, Steve. Poi l’ho conosciuto, siccome è una bella persona anche lui e alla fine l’ho tenuto con me.

Adesso, mentre parlavi mi veniva in mente che però è un po’ una costante della tua vita, questa gente che molla, perchè tu raccontavi la stessa storia con i Vanadium per il giro negli Stati Uniti, la proposta di trasferimento . . .

Si, va beh, ma lì non è uno che molla . . . lì, in quel momento lì c’è gente che ha detto di no, però noi coi Vanadium siamo andati avanti fino alla fine, proprio. Quando io poi m’ero reso conto, quand’era fallita la Durium eccetera, che mi ero reso conto che ci stava trascinando ‘sta cosa, no. E allora io . . . a me poi piace cambiare, avevo voglia di fare le mie cose completamente diverse, perchè se io ero un paraculo quando ho sciolto i Vanadium, io mi facevo un disco di Pino Scotto uguale a quello dei Vanadium, perchè tanto i pezzi li scrivevamo . . . cioè, insomma io contribuivo molto alla scrittura dei pezzi. Potevo farmi un album uguale a quello dei Vanadium e invece ho spiazzato tutti, mi son fatto un album completamente diverso, e in più in lingua italiana, hai capito. Perchè a me mi piace, mi piace sperimentare, mi piace rischiare, hai capito. E lì . . . basta . . . i Vanadium . . . per noi era stato un momento . . . abbiamo detto: “Prendiamoci una pausa” ma io poi personalmente lo sapevo già che non era una pausa perchè ero già stufo, proprio, ero stanco, volevo fare i cazzi miei, volevo cambiare, capito: erano dieci anni che andavamo avanti, sempre con le solite cose, hai capito.

Infatti io tra le tue affermazioni vedo: “Io amo le contaminazioni dei generi”.

 Secondo me è la soluzione anche per non fare morire il rock, perchè se non si contamina il rock, veramente muore, come sta succedendo già da diec’anni a questa parte, proprio. Hai visto dove cazzo siamo andati a finire: non sanno più cosa fare! Cantanti che invece di cantare ragliano, vomitano, che neanche gli asini, hai capito. Pure gli asini quando fanno quelle robe lì li prendono a schiaffi, hai capito: la musica è diventata una merda proprio. C’è poca roba, tutta roba scopiazzata; le poche band che cercano di rifarsi un po’ al passato, son tutte delle brutte copie, hai capito. C’è poca roba in giro; una volta venivano fuori band miracolose, tutti i mesi, cioè continuamente, capito. Adesso cosa sta venendo fuori? Boh, io non lo so cosa sta venendo fuori.

 Tu fai molte dichiarazioni a proposito dell’Italia e della situazione in cui ci troviamo.

 Stiamo vivendo in buco nero, proprio, dove la società se ne fotte di tutto e di tutti e siamo tutti tutti preda dell’ignoranza, perchè la gente si beve tutto e di più, hai capito? Un po’ perchè han paura ed è stanca, un po’ perchè quelli che ci comandano ci raccontano menzogne tutti i giorni. Poi stiamo vedendo una politica che s’è ridotta . . . la sinistra attacca Berlusconi perchè va con le minorenni, perchè va con le puttane, cioè . . . hai capito? Ma pensate alla politica! Pensate a ‘sto paese che sta andando a puttane, invece di pensare a ‘ste stronzate. Berlusconi va condannato perchè era con una minorenne: che intervenga la legge. Hai capito, per questo. Voi pensate alla politica, pensate ai cazzi vostri e invece siamo in un momento proprio brutto, veramente brutto.

Ascolta, saltiamo di nuovo genere. Tu, appunto come dicevi prima, c’hai sessantadue anni però sei in una forma assolutamente splendida.

 Fortunatamente, nonostante mi ammazzo di tutto, fortunatamente sto ancora bene: quella è la magia del rock ‘n’ roll, quella.

E io proprio questo volevo chiederti, perchè tu da una parte “quattro pacchetti di sigarette al giorno e Jack Daniels” però tu . . . 

  . . . senza parlare di tutto il resto, poi. Ma quello non si dice . . .

Dobbiamo trasmettere l’intervista per radio: è meglio non dirlo. Ma tu fai anche un po’ di fitness, di yoga, che diavolo so io, ‘ste cose?

 Scopo tanto, quello si.

Che è un ottimo esercizio.

 Tu pensa che io quando sono andato in pensione, adesso non mi ricordo se era cinque – sei anni fa, io mi son detto: “Mi prendo una pausa di un mese, poi siccome io abito in centro a Milano, bene o male, non so se conosci Milano, abito nella zona dove c’è il Rolling Stone, dove c’era il Rolling Stone, che l’han chiuso. Cioè da casa mia in macchina per andare all’Idroscalo, non so se sai cos’è, e intorno c’è tutto un bosco immenso, no. Ho detto, io cosa faccio: al pomeriggio prendo la macchina, me ne vado all’Idroscalo, parcheggio la macchina e mi faccio un po’ di corsa, un po’ di passeggiate, no. Son sei anni che sto aspettando di uscire di casa per fare quello, non l’ho ancora fatto. Ed effettivamente da sei anni a questa parte, anche grazie a Jack e a Daniels ho messo su un po’ di chili, ho un po’ di pancetta, però l’importante è che sto bene fisicamente, chi se ne fotte. L’importante è che la voce resista alla grande, lo spirito resista alla grande e – sinceramente – anche il pisello fa il suo dovere.

(intervista a cura di Ruggero Prazio)

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Un grande show che propone i classici del rock ri-arrangiati per band e orchestra. Il tutto accompagnato da un incredibile supporto scenografico per far vivere agli spettatori un’esperienza unica, in cui il rock incontra il sinfonico, dove classico e moderno si fondono.

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