Joe D Urso regala una calda serata rock e anticipa il ritorno a Trieste in dicembre

«Hey, mi hanno detto che Trieste è piena di fan di Neil Young, è vero?». Joe D’urso non attende neanche la risposta, scontata, e parte con un’amfetaminica “Powderfinger” che con la successiva “Noisy Guitars” chiude al meglio una calda, classica, sudata serata di rock. Capita a due passi dall’Ausonia, nella nuova, piacevolissima location dell’Etnoblog. Ed è ancora un centro per “Trieste is Rock” che dopo Willie Nile è riuscita a portare quassù un altro rocker del New Jersey molto noto e apprezzato dal popolo dei springsteeniani e non solo. D’Urso vanta una carriera pluridecennale tutta condotta tra il Jersey Shore e qualche club di Manhattan fino a quando l’Europa, e l’Italia in prima battuta, non ne hanno scoperto le indubbie doti. Suona l’acustica, D’Urso, ma dimenticatevi i classici cantautori. La usa, piuttosto, come una macchina ritmica, lasciando all’altro chitarrista, il potente Greg Lykins, il compito di cesellare i brani tra una frase e l’altra o pompare power chords quando si tratta di dare dinamismo al pezzo. Al resto provvedono Mister Lou, al secolo Lou De Martino, bassista dalla presenza scenica inquietante e il roccioso Sam La Monica alla batteria. Sul palco, neanche un minuto di non sudore. Classici come “Let it go” si alternano a momenti relativamente più notturni come nell’abbinata “Minute to midnight/The Other side of midnight” che si porta via quasi un quarto d’ora di intense emozioni. Ma è un attimo perché basta la presenza di Pow Lean, il triestinissimo Paolo Serra ora residente alle Canarie, per lanciare il gruppo nella chilometrica jam di “Rockin’ in the free world”, altro classico youngiano e portare poi a compimento due ore di rock basico, tradizionale fin che si vuole ma suonato col cuore. D’Urso ringrazia e anticipa che tornerà a Trieste a dicembre con la carovana del “Light of Day”, sorta di omaggio a Springsteen itinerante. Onore, infine, a Lorenzo “Miami” Semprini e ai suoi Groovers. I riminesi ormai quasi triestinizzati hanno ereditato da Joe un palco surriscaldato ma sono riusciti a non far calare la tensione per quasi altre due ore, col loro repertorio, sempre più piacevole e rodato, di canzoni proprie e cover senza tempo.

Articolo di Furio Baldassi, il Piccolo — 24 maggio 2010, pagina 11, sezione: Gorizia

19 LUGLIO: Stardust – Bowie Tribute “50 years of Ziggy”

Uno spettacolo-evento per i 50 anni dalla nascita del personaggio e dall’uscita dell’omonimo disco, gli Stardust, la tribute band del Duca Bianco che da anni ormai omaggia il genio di David Bowie con numerosi live di alto livello musicale e coinvolgente resa scenica d’effetto, propongono dal vivo tutte le canzoni del disco per percorrere assieme la storia di questo rivoluzionario personaggio per poi passare ai suoi più grandi successi nella seconda parte.

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29 LUGLIO: 40 Fingers

Recente rivelazione internazionale del crossover, i 40 Fingers e si stanno facendo apprezzare in tutto il mondo con le loro sensazionali rivisitazioni arrangiamenti per quattro chitarre acustiche di celebri brani rock, pop, colonne sonore del cinema e delle serie tv: da Bohemian Rhapsody al rock di Sultans of Swing dei Dire Straits e Hotel California degli Eagles, passando per il pop di Africa dei Toto e la ballata Tears in Heaven di Eric Clapton, fino ad arrivare alle colonne sonore della Disney, di Star Wars, Harry Potter e Game of Thrones.

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